Mese: Febbraio 2022

La Dop Economy tiene con 16,6 miliardi di euro nel 2020

Nel 2020, primo anno segnato dalla pandemia, tiene il settore italiano dei prodotti Dop Igp, registrando 16,6 miliardi di euro di valore alla produzione, in calo del 2% rispetto all’anno precedente.

Rappresenta il19% del fatturato totale dell’agroalimentare italiano, mentre l’export rimasto stabile con 9,5 miliardi di euro è pari al 20% delle vendite totali del settore. Sono i dati che emergono dal XIX Rapporto Ismea-Qualivita sulla Dop economy, confermando il ruolo esercitato da questo patrimonio nei territori, grazie al lavoro di 200mila operatori e 286 Consorzi di tutela dei comparti cibo e vino. Diverse le categorie che confermano un forte dinamismo all’interno del sistema delle Indicazioni Geografiche italiane, come le Paste alimentari, i Prodotti della panetteria e pasticceria, l’ortofrutta. Un mondo composto da 841 riconoscimenti, che ha due facce della stessa medaglia, dove il comparto agroalimentare vale 7,3 miliardi di euro alla produzione in calo del 3,8% in un anno ma con un trend del +29% dal 2010, mentre il vitivinicolo imbottigliato 9,3 miliardi (-0,6%) e quello sfuso 3,3 miliardi, con le Dop che ricoprono un peso economico pari all’81%.

Bene l’impatto economico che questo patrimonio ha avuto in tutte le regioni e le province italiane, dove il valore si conferma ancora una volta concentrato nel Nord Italia. Tra le prime 20 province, ben undici sono localizzare in questa area, a partire dalle prime tre – Treviso, Parma e Verona- che registrano un impatto territoriale oltre il miliardo di euro. Solo l’area “Sud e Isole” mostra un incremento complessivo del valore rispetto all’anno precedente del 7,5%, con crescite importanti soprattutto per Puglia e Sardegna.  (Ansa)

Dall’agrisolare alla logistica 5 miliardi per l’agricoltura

Quasi 5 miliardi di euro per innovare e rendere sostenibile l’intera filiera agroalimentare: dallo sviluppo della logistica (800 mln); al parco agrisolare (1,5 mld); dall’innovazione e meccanizzazione (500 mln); alla resilienza dell’agrosistema irriguo (880 mln); ai contratti di filiera (1,2mld a valere sul fondo complementare Pnrr).

Sono le misure contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza a titolarità del ministero delle Politiche agricole che ne ha presentato uno stato di avanzamento. Secondo quanto l’ANSA ha potuto visionare, nella LOGISTICA, è in corso la definizione delle categorie di interventi ammissibili e del framework di aiuti utilizzabile; (anche in collaborazione con Ismea); entro il 30 giugno sarà emanato il bando. I finanziamenti saranno concessi entro il 31 marzo del 2023.

Per il PARCO AGRISOLARE è in corso la predisposizione del decreto di adozione della misura da sottoporre alla Conferenza Stato-Regioni. Il 31 marzo 2022 sarà pubblicato l’invito a presentare proposte. L’obiettivo è di raggiungere entro fine dicembre 2022 l’assegnazione di almeno il 30% delle risorse. Per l’INNOVAZIONE E MECCANIZZAZIONE entro il 31 marzo prossimo sarà pubblicato il bando per l’ammodernamento dei frantoi oleari ed entro il 31 marzo del 2023 il bando per la meccanizzazione agricola.

Sul capitolo RESILIENZA AGRO-SISTEMA IRRIGUO, il 30 settembre 2022 saranno emanati i decreti di concessione dei finanziamenti e il 31 dicembre 2023 aggiudicati gli appalti. Per quanto riguarda infine i CONTRATTI DI FILIERA, la misura è in attesa di assegnazione delle risorse (900 mln) del Fondo Rotativo per le Imprese (FRI) con delibera CIPESS. (ANSA).

2020 da record in Europa per il Bio: vendite a 52 miliardi di euro

Il mercato biologico europeo ha raggiunto un livello record nel 2020 con un valore di 52 miliardi di euro (45 miliardi nell’Ue).

È un incremento del 15% rispetto al 2019, il tasso di crescita più alto dell’ultimo decennio. Sono i dati del report ‘The World of Organic Agriculture 2022’, curato dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica (FiBL) con il sostegno della Federazione internazionale del settore, Ifoam.

Anche le superfici coltivate con metodo biologico crescono nell’Ue, di 700mila ettari (+5,3%). I terreni bio coprono il 9,3% del totale di quelli coltivati nell’Ue. La Francia è il paese che in valore assoluto ha più terra bio, 2,5 milioni di ettari, più di Spagna (2,4 milioni di ettari) e Italia (2,1 milioni). Tra i paesi che hanno aumentato di più le superfici a bio ci sono ancora la Francia, con 307mila ettari in più rispetto al 2019, e l’Italia di 102mila ettari.

Tra le economie agricole più importanti dell’Ue, quella nazionale mantiene la percentuale più elevata di superfici bio sul totale, il 16% contro il 10% della Germania e della Spagna, e il 9% della Francia. L’Italia, infine, mantiene il primato Ue anche per numero di produttori e di trasformatori di alimenti biologici. (ANSA)