Mese: Luglio 2019

5G e Internet of Things: le novità che attendono la logistica

Nei prossimi anni il settore dei trasporti sarà interessato da profondi cambiamenti. Droni per le consegne a domicilio, minibus modulari, auto, furgoni e TIR intelligenti. Gli spostamenti verranno completamente rivoluzionati dal 5G, la quinta generazione di tecnologia di trasmissione mobile capace di “reggere” un elevato volume di traffico dati senza interruzioni. Gli esperti prevedono che la domanda di capacità wireless nel prossimo decennio aumenterà di mille volte: non solo più persone saranno connesse a Internet, ma molte più “cose”. Grazie al 5G, ci sarà una vera esplosione nella comunicazione tra macchine e persone, la cosiddetta Internet of Things, che collegherà circa 100 miliardi di dispositivi entro il 2024, generando un forte aumento della domanda di banda larga mobile.

Il tutto per le caratteristiche tecniche del 5G, che per le aziende si applicano in modo più ampio e diversificato rispetto all’uso residenziale. Sono in gioco infatti tre tecnologie 5G: enhanced Mobile Broadband (eMBB), per raggiungere velocità di trasmissione dei dati fino a 20 Gbps e migliorare la copertura; massive Machine Type Communications (mMTC), per migliorare la copertura indoor e connettere centinaia di migliaia di dispositivi internet delle cose (sensori industriali per esempio) per chilometro quadrato; Ultra-Reliable Low Latency Communications (URLLC), con la possibilità di creare una fetta di rete con qualità di banda dedicata, a specifici servizi.

La rivoluzione digitale in atto toccherà ovviamente tanti aspetti del trasporto, dalla sicurezza alla logistica. Grazie al 5G le aziende potranno infatti rendere ‘wireless’ le linee di produzione, che oggi sono per lo più cablate con reti ethernet. Questo semplificherà il lavoro e l’interazione uomo macchina. Un esempio notevole è il porto di Amburgo (progetto Nokia e Deutsche Telekom) che ha già in funzione mezzi elettrici a guida autonoma per lo spostamento delle merci, testa la rete 5G e ha raggiunto il 95% della digitalizzazione dei documenti di carico e scarico doganale. Inoltre, nel 2025 nello stesso porto si prevedono 10mila voli di droni per lo spostamento merci, mentre già adesso i droni vengono utilizzati per le ispezioni su danni alle gru di movimentazione container. Si stanno addirittura sperimentando mini-sommergibili a guida autonoma per l’ispezione delle sedimentazioni nel fondo e per lo stato di salute degli argini.

I veicoli autonomi possono essere anche flotte di camion di trasporto merci, collegati in 5G per favorire l’intelligenza della guida autonoma, come nel caso della sperimentazione avviata da Ericsson in Svezia con il produttore Scania. La sola Ericsson ha del resto raccolto finanziamenti per 370 milioni di dollari da destinare alle sue attività di ricerca e sviluppo su 5G, mobile e Internet of Things. Un altro caso concreto di sperimentazione in materia di trasporti è l’aeroporto cinese di Shenzhen, scelto dall’ICAO (International Civil Aviation Organization) come progetto pilota nel 2017. Qui insieme a Huawei è stata realizzata una piattaforma digitale innovativa seguendo una strategia Platform + Ecosystem con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza, maggiore efficienza e una qualità superiore dell’esperienza ai passeggeri.

Basandosi sull’infrastruttura ICT di Huawei, sono stati integrati Internet of Things, Big Data, AI, video cloud, e altre tecnologie per migliorare i servizi al passeggero e introdurne di nuovi, molti dei quali legati ad aspetti di sicurezza quali il riconoscimento facciale, l’identificazione dei veicoli, il controllo delle operazioni da terra e un’ottimizzazione generale delle procedure con vantaggi tangibili in termini di efficienza. L’illuminazione intelligente delle piste ha consentito di migliorare le fasi di decollo e atterraggio con un risparmio di tempo pari al 20%. Se prese singolarmente, queste operazioni si traducono in un guadagno di pochi minuti ciascuna, ma nell’insieme rappresentano un guadagno di tempo enorme per un aeroporto che gestisce mediamente 45 milioni di passeggeri l’anno. (Fonte: La Repubblica/Sole 24 Ore)

 

Importanti novità per la logistica dei porti italiani, fra tecnologia e sostenibilità

L’adozione del cold ironing nei porti italiani, il cui avanzamento fino ad oggi è rallentato da molteplici ragioni – non ultima, la scorsa sostenibilità economica – potrebbe presto subire un’accelerazione.

Ad occuparsene saranno due veri ‘big’ dell’industria italiana, sia per dimensione che per ‘peso’ dell’azionista di riferimento, ovvero lo Stato tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze: si tratta di Fincantieri ed Enel. Ad annunciare il nuovo sodalizio è stato Giuseppe Bono, Amministratore delegato di Fincantieri, che – intervenendo al primo annual meeting di AssArmatori, ha rivelato: “Non lo abbiamo ancora annunciato ufficialmente, ma stiamo lavorando con Enel per portare il cold ironing in molto dei principali porti italiani”.

Il sistema, che consente alle navi ormeggiate in banchina di allacciarsi alla rete elettrica terrestre, evitando cosi di mantenere in funzione i generatori di bordo durante le soste in porto e riducendo in tal modo le emissioni in atmosfera, non ha avuto finora molta fortuna a causa dell’elevato costo per gli utenti, che sono gli armatori. Motivo per cui, ha ribadito lo stesso Bono, “la sfida è mettere a punto un sistema di cold ironing davvero competitivo dal punto di vista economico. Altrimenti le navi poi non lo utilizzano”.

Dal comparto logistico arrivano altre importanti notizie, sempre riguardanti il fronte dell’energia e della sostenibilità. Pino Musolino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico Settentrionale, in occasione della quinta edizione del Forum di Cooperazione Internazionale dei porti della Via della Seta Marittima (in corso a Ninbo, Cina), ha infatti annunciato un progetto mirato alla decarbonizzazione della logistica portuale dell’Alto Adriatico. “Il corretto sviluppo intermodale della rotta della Via della Seta Marittima permetterà di decarbonizzare la catena logistica, abbattendo la Co2 prodotta di oltre 100 kg per ogni container movimentato attraverso l’alto Adriatico anziché attraverso il Northern Range (porti del nord Europa, ndr)”.

Musolino ha posto l’accento sulla sostenibilità: “Lo sviluppo sostenibile deve diventare un concetto trainante nella pianificazione delle attività portuali e il coinvolgimento delle città-porto è un passo fondamentale per migliorare i rapporti con i residenti in chiave di sviluppo collaborativo. Fonti energetiche rinnovabili e biocarburanti devono entrare nei porti, che dovranno essere sempre più attraversati da infrastrutture digitali e sempre più connessi con collegamenti intermodali che sfruttano il trasporto ferroviario e le vie d’acqua interne”..

I risultati di questa impostazione, che mira a creare valore aggiunto per il territorio di riferimento e a sostenere la produzione industriale veneta, hanno cominciato a emergere negli ultimi mesi con la riconferma della tratta oceanica operata dal consorzio “Ocean Alliance” che collega mensilmente l’Oriente con la Laguna. La firma di un memorandum d’intesa con l’autorità portuale del Pireo (a guida cinese) e l’attivazione di un collegamento settimanale Pireo-Venezia con Cosco Shipping. Il forum in corso a Ninbo sarà occasione anche per rafforzare le relazioni con primari attori internazionali già coinvolti in rapporti di collaborazione con i porti veneziani e per allacciare nuovi legami. (FONTI: Ansa/ADN Kronos)

I consumatori continuano a scegliere il cibo naturale

Anche tra gli scaffali del supermercato il consumatore cerca un cibo che evochi tecniche di produzione rustiche o artigianale. Sulla pasta ad esempio sono 824 le referenze di pasta che segnalano in etichetta “trafilato a bronzo” e il loro giro d’affari è aumentato nel 2018 del +5,9%, arrivando a superare i 142 milioni di euro.

Claim come “lievitazione naturale”, “estratto a freddo”, “essiccato” o “trafilato al bronzo” sono sempre più presenti sulle etichette dei prodotti alimentari venduti nella distribuzione moderna. A misurare il fenomeno ci ha pensato la nuova edizione dell’Osservatorio Immagino: sui 72.100 prodotti di largo consumo monitorati, ben il 3,0% evidenzia in etichetta la tecnica o una particolare procedura con cui è stato realizzato.

Tra le otto diciture in etichetta relative ai metodi di produzione rilevate dall’Osservatorio Immagino, solo due sembrano al tramonto: “estratto a freddo”, presente su 203 confezioni di olio extravergine di oliva, nel 2018 ha ottenuto 130 milioni di euro di vendite, ossia il 5,3% in meno rispetto all’anno precedente, benché resti il secondo claim per giro d’affari. L’altro è “affumicato” (presente soprattutto su salmone e formaggi) che, nello stesso periodo, ha perso il 3,4% del fatturato rispetto al 2017, arretrando a 24 milioni di euro.

A fronte di “vecchi” claim che segnano il passo, ne arrivano di nuovi che cominciano a farsi notare. L’Osservatorio Immagino li ha già intercettati, anche se hanno ancora piccoli numeri, e li segnala come fenomeni ad alto potenziale: sono i claim “gourmet”, “rustico”, “non raffinato” e “non fritto”.(ANSA).

Gdo online, vicini al mezzo miliardo di fatturato all’anno

Le vendite online della Gdo crescono a tassi molto elevati, mostrando un trend in accelerazione. Lo rivela un’analisi di mercato realizzata da Solutions & Innovation di Iri. Da gennaio ogni singolo mese ha fatto registrare un progresso rispetto allo stesso periodo del 2018 con valori percentuali in crescita. Si è così passati dal +28,4% di gennaio al +36,8% di maggio, il più alto di quest’anno. In valori assoluti le vendite dell’ultimo mese disponibili sono state pari a 44,9 milioni di euro, mentre quelle sui dodici mesi hanno toccato quota 483,6 milioni (+35,3%). L’importante soglia del mezzo miliardo di fatturato sarà sicuramente superata prima della fine dell’estate. Tra i reparti che più sono cresciuti si segnala il pet care, più che raddoppiato rispetto al 2018.  Più contenuta la crescita delle bibite, comunque prossime ad un +30%.

Fonte: La Repubblica

Il progressivo 2019 conferma che la spesa online non sta privilegiando nessuno: marche industriali medie grandi e medie e marche del distributore, tutte stanno dando il proprio contributo alla forte crescita. Il canale online si sta dunque dimostrando estremamente versatile: fra i consumatori c’è chi cerca il servizio ed è quindi disposto a pagare prezzi più alti ma c’è anche chi cerca la convenienza, un atteggiamento tipico di chi compra sul Web.

“L’online risulta essere una vetrina privilegiata per l’innovazione – osserva Marco Colombo, Marco Colombo, director di Solutions & innovation di Iri – Se prendiamo in considerazione le prime venti categorie dell’e-commerce in termini di fatturato, il peso complessivo dei nuovi prodotti è di circa 3 punti superiori rispetto al fisico. Se prese singolarmente, in alcune categorie la quota dell’innovazione è di circa 20 punti percentuali”. (Fonte: Repubblica)